31 research outputs found

    Teachers as designers of GBL scenarios: Fostering creativity in the educational settings

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    This paper presents a research started in 2010 with the aim of fostering the creativity of teachers through the design of Game-Based Learning scenarios. The research has been carried out involving teachers and trainers in the co-design and implementation of digital games as educational resources. Based on the results grained from the research, this paper highlights successful factors of GBL, as well as constraints and boundaries that the introduction of innovative teaching and learning practices faces within educational settings

    The mid-Holocene sea-level change in the Arabian Gulf

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    The mid-Holocene sea-level highstand is a well-known phenomenon in sea-level science, yet the knowledge on the highstand’s spatial and temporal distribution remains incomplete. Here we study the southwest coast of the Arabian-Persian Gulf where a mid-Holocene sea-level highstand and subsequent sea-level fall may have occurred due to the Earth crustal response to meltwater load. Sea-level indicators were established using standard facies analysis and error calculations, then constrained through glacio-isostatic adjustment (GIA) modelling and though procedures based on Gaussian Process and exponential decay analysis. This work allowed to identify the highstand at 1.6 ± 0.4 m occurring 6.7–6.0 ka, in excellent agreement with GIA model results. The subsequent shoreline migration followed the geophysical constraint by prograding in line with the sea-level fall until around 3 ka. Then, the strength of the external control weakened and internal processes, in particular sediment binding through microbial activity, started controlling the geometry of the accommodation space. </jats:p

    Teachers as designers of GBL scenarios: fostering creativity in the educational settings

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    This paper presents a research started in 2010 with the aim of fostering the creativity of teachers through the design of Game-Based Learning scenarios. The research has been carried out involving teachers and trainers in the co-design and implementation of digital games as educational resources. Based on the results grained from the research, this paper highlights successful factors of GBL, as well as constraints and boundaries that the introduction of innovative teaching and learning practices faces within educational settings

    Dentro e Fuori lo schermo: persona e personaggio in una comunitĂ  di gioco di ruolo online

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    Identità e personaggi virtuali costituiscono risorse interattive che consentono ai partecipanti ai giochi di ruolo online di interagire negli ambienti mediati dalle tecnologie definendo nuovi modi di incontrarsi e di costruire rappresentazioni condivise. Le modalità attraverso le quali l’esperienza dei personaggi giocati permea e integra le sfere di vita fuori dallo schermo sono però ancora alquanto inesplorate. L’articolo propone i risultati di un’indagine esplorativa sul rapporto che intercorre tra persone e personaggi in una comunità di gioco di ruolo online. I dati rilevati attraverso interviste narrative condotte online sono stati analizzati per identificare alcune componenti dell’esperienza complessiva del partecipare a contesti nei quali reale e virtuale costituiscono aspetti fondamentali integrati della comunità. I risultati mostrano un reciproco permearsi di funzioni psicologiche individuali e sociali svolte su piani di esperienza diversi da persone e personaggi. Tali funzioni si ripercuotono nella vita del giocatore in un ciclo di fecondazione reciproca di reti e identità sociali

    The role of locally-designed organizational artifacts in supporting nurses’ work: an ethnographic study on the wards

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    This paper aims to describe how nurses' planning and coordination work is performed through the use of locally designed tools (i.e., diaries, planners, reminders, and organizers). These tools are investigated as the materialization of organizational work, thus offering a complementary perspective on nursing practice to that proposed by the professional mandate and supported by official artifacts in use

    Uno sguardo nella cassetta degli attrezzi dell’infermiere. Oggetti che organizzano le cure.

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    La duplice prospettiva offerta dagli artefatti della pratica infermieristica è poco esplorata dalla letteratura nazionale e internazionale. E' tuttavia proprio negli spazi transazionali in cui lo slittamento di focus tra paziente e reparto avviene che la pratica presenta dei rischi. E' in questi stessi spazi-ponte che gli infermieri costruiscono operativamente un'attenzionalità specifica alla conciliazione di diverse prospettive in grado di garantire un'aumentata efficienza organizzativ

    The role of locally-designed organizational artifacts in supporting nurses' work: and ethnographic study on the wards

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    Introduction: This paper aims to describe how nurses' planning and coordination work is performed through the use of locally designed tools (i.e., diaries, planners, reminders, and organizers). These tools are investigated as the materialization of organizational work, thus offering a complementary perspective on nursing practice to that proposed by the professional mandate and supported by official artifacts in use.Method: Ethnographic study.Results: By analyzing locally designed artifacts, the rationale that enables nurses to make the flow of activities work is highlighted and explained. Evidence is provided by a description of how nurses' tacit knowledge is reified and embedded into objects produced by the nurses themselves. Implications for the design of digital systems supporting nursing practice are discussed.Conclusion: The analysis of these artifacts has allowed an understanding of practices used by the nurses to manage the workflow in the wards.Keywords: locally designed artifacts, organizational artifacts, nursing, ethnography.Il ruolo dei "Locally Designed artifacts" nel lavoro infermieristico: uno studio etnografico in repartoIntroduzione: il presente contributo si propone di descrivere le funzioni di alcuni strumenti "locally designed", non sostenuti istituzionalmente, che supportano il lavoro quotidiano degli infermieri nei reparti ospedalieri. Questi strumenti, concepiti come artefatti organizzativi, possono essere considerati come "prodotti" del lavoro degli infermieri per la gestione del reparto nella sua complessití  organizzativa. Tali artefatti sono dunque in grado di offrire una diversa prospettiva circa le pratiche lavorative degli infermieri in reparto, che potremmo definire "complementare" rispetto a quella "tradizionale" proposta dal mandato professionale degli infermieri (centrata sulla relazione di cura con il paziente) e sostenuta da artefatti istituzionali (es. la cartella clinica).Metodo: studio etnografico.Risultati: i risultati, discussi alla luce dell'Activity Theory, hanno evidenziato la necessití  di sviluppare un nuovo dialogo in merito al lavoro degli infermieri in reparto, che tenga conto delle reali attivití  svolte, per la progettazione di nuovi strumenti organizzativi a supporto delle medesime.Conclusioni: l'analisi di questi artefatti ha consentito, da una parte, l'emergere delle logiche e dei significati co-costruiti e attribuiti al "fare" organizzativo, dall'altra la comprensione delle prassi di cui si avvalgono gli infermieri per gestire i flussi di lavoro in reparto.Parole Chiave: artefatti "locally designed", artefatti organizzativi, professione infermieristica, etnografia

    Soglie, scene, spazi e artefatti come strumenti di conoscenza dell’organizzazione. L’accesso al campo ad una Unità Operativa Complessa Ospedaliera

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    Il presente articolo si pone l’obiettivo di fornire una chiave interpretativa che supporti comprensione della «traiettoria di accesso al campo» (Bruni, 2006) ad una Unità Operativa Complessa (U.O.C) di un ospedale romano. Viene utilizzata la metafora drammaturgica goffmaniana per mostrare come, attraverso i posizionamenti e i significati attribuiti dai partecipanti alla ricercatrice – sul piano dell’azione – durante i diversi “atti” dell’accesso al campo, l’organizzazione metta in luce alcuni funzionamenti interni e suggerisca percorsi interpretativi. Ogni atto dell’accesso al campo presentato nell’articolo è giocato su una scena diversa (Goffman, 1959): dall’accesso istituzionale alla negoziazione della presenza con il personale ospedaliero nei reparti, dai tentativi di incorporazione della nuova figura alla costruzione della sua identità attraverso la partecipazione alle pratiche quotidiane, fino all’accettazione della ricercatrice all’interno degli spazi extra-lavorativi. Lungo questo percorso verso il centro delle attività e dei significati della «comunità di pratica» (Wenger, 1988), si vuole evidenziare come la ricercatrice venga variamente identificata nel ruolo che i partecipanti le attribuiscono sulla base delle loro categorie di significazione. L’attenzione verrà posta, di volta in volta, sugli spazi fisici di attraversamento, gli artefatti usati dai membri dell’organizzazione, tra cui quelli « di soglia» (Zucchermaglio, Alby, Fatigante, Saglietti, 2013). Essi costituiscono la componente materica delle scene, oltre che una parte costitutiva delle rappresentazioni e delle impressioni costruite dall’organizzazione e dalla ricercatrice nello spazio della loro interazione “faccia a faccia”. La riflessione sulle modalità di accesso nel contesto di indagine diventa, in quest’ottica, una prima fondamentale chiave di comprensione e una forma di conoscenza del contesto organizzativo in cui viene condotta l’indagine: «the negotiation of access may be an important moment of observation per se», suggerisce Bruni (2006: 138). Ovvero, l’accesso al campo offre un osservatorio privilegiato in cui identificare – già dalle prime battute – questioni, caratterizzazioni e salienze del contesto. Non solo conta come il ricercatore presenta se stesso e la sua ricerca (Kawulich, 2010), ma altrettanto centrale è ciò che l’istituzione già nelle prime fasi di contatto decide di comunicare di sé all’esterno. Come a dire che i contesti e i loro attori danno suggerimenti di lettura e di interpretazione, orientando il ricercatore verso alcuni specifici ambiti di approfondimento (Autore B et al., 2007). Nel caso specifico della ricerca qui raccontata, ad essere analizzate e descritte sono proprio quelle espressioni del funzionamento organizzativo che la ricercatrice incontrerà nelle fasi iniziali della ricerca e nel suo personale percorso di costruzione di un posizionamento interno al contesto.This paper aims at providing a framework to support the understanding of the «trajectory of access» (Bruni, 2006) to the field, that is, in this case, a Complex Operative Unit (COU) of an hospital in Italy. Goffman’s dramaturgic metaphor (1959) is used to show how, by positioning and signifying the researcher – in the “acts” of accessing the field-, participants highlight the interal functioning of the organization and suggest interpretive paths to the researcher. Each act of accessing the field is played on a different stage: from the institutional access, toward the attempts of embedding the newcomer into local dynamics, to her acceptation within the private spaces of the ward.Along this process towards the centre of the professional community’s activities and meanings, the researcher has been observed, “interpreted” and differently positioned in the field by the participants according to their categories of significance. The access of the researcher to the field becomes the first “key of access” to the organization’s knowledge. In fact, self-presentation acts proposed by both the researcher and the organization, offer suggestions to interpret what is relevant to deep and where to look. In particular, the focus is on the socio-materiality of the organization: the physical spaces of the COU, the artifacts used by members of the professional community, including «boundary making artifacts» (Zucchermaglio, Alby, Fatigante, Saglietti, 2013), which, in a certain way, embed the rules of access. For this reason, at the core of the analyses provided in this paper, they are the expressions of organizational functioning that emerge in the initial phases of the research are analyzed
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